lunedì 1 luglio 2013

Inferno- Dan Brown


TITOLO  Inferno
AUTORE Dan Brown
CASA EDITRICE Mondadori

LA TRAMA: Robert Langdon si sveglia a Firenze in un letto d'ospedale dopo aver perso la memoria. Tutto quello che sa è che una dottoressa, Sienna Brooks, sta cercando di salvargli la vita, facendolo scampare per miracolo all'attacco di un agente segreto piombato in ospedale per ucciderlo. Nasce così una lunghissima fuga dei due, alla ricerca degli indizi per sventare l'attacco all'umanità da parte di una delle menti più geniali del mondo della scienza, suicidatosi pochi giorni prima. Langdon dovrà usare tutta la sua conoscenza dell'arte, della letteratura e della storia mondiale per evitare che un terribile virus, Inferno, colpisca il mondo intero.

LA MIA OPINIONE: Firenze, Inferno, il volto di Dante in copertina. Che bella operazione di marketing per sviare il lettore. Se cercate tracce del sommo poeta in questa sesta opera di Dan Brown, ne troverete pochissime. Che peccato. Che occasione sciupata. E dire che la città toscana ne offre di spunti per un thriller come questo, con i suoi edifici gotici, le viuzze medievali e le mille simbologie nascoste nella Divina Commedia. 
Ho letto tutti i libri con Langdon protagonista e questo è il peggiore. Lento, farraginoso e anche prevedibile. Voglio dire, io non sono un genio del male e non brillo per la logica, eppure sono riuscita a prevedere molti dei colpi di scena inseriti nel libro. La sensazione che ho avuto è che il signor Brown abbia fatto una vacanza a Firenze e abbia detto " Bella, ci voglio scrivere un libro", ma senza calare la trama all'interno della natura della città gigliata. Non mi aspettavo di certo un libro di elevato spessore culturale, ma che un personaggio professore universitario come Robert Langdon, in piazza della Signoria, sappia pensare soltanto alla moltitudine di membri maschili esposti... mi fa veramente cadere le braccia. Questa cosa dell'apparato genitale maschile in piena vista deve essere un'ossessione per Dan Brown, perché ricordo che anche in Angeli e Demoni ne aveva accennato. E che in Palazzo Vecchio, con davanti agli occhi il Genio della Vittoria di Michelangelo, riesca a pensare soltanto alla "presa del pene" della statua di Ercole e Diomede, ecco, rende l'idea del livello di questo romanzo. 
Unica cosa positiva: la motivazione del "cattivo" di turno. Ambigua, accattivante nella sua malvagità. Introduce poi il movimento transumanista, che io ignoravo e che mi ha incuriosito (no, tranquilli, è solo curiosità intellettuale, non mi vedrete con una H+  tatuata sulla spalla!!)

Insomma, fatevelo prestare, non spendeteci tutti questi soldi.

IN DUE PAROLE: deludente e artificioso

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