martedì 26 novembre 2013

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry- Rachel Joyce





TITOLO L'imprevedibile viaggio di Harold Fry
AUTRICE Rachel Joyce
EDIZIONI Sperling & Kupfer

TRAMA Quando viene a sapere che una sua vecchia amica sta morendo in un paesino ai confini con la Scozia, Harold Fry, tranquillo pensionato inglese, esce di casa per spedirle una lettera. E invece, arrivato alla prima buca, spinto da un impulso improvviso, comincia a camminare. Forse perché ha con la sua amica un antico debito di riconoscenza, forse perché ultimamente la vita non è stata gentile con lui e con sua moglie Maureen, Harold cammina e cammina, incurante della stanchezza e delle scarpe troppo leggere. Ha deciso: finché lui camminerà, la sua amica continuerà a vivere. Inizia così per Harold un imprevedibile viaggio dal sud al nord dell'Inghilterra, ma anche dentro se stesso: mille chilometri di cammino e di incontri con tante persone, che Harold illuminerà con la sua saggezza e la forza del suo ottimismo. (tratto da: Sperling & Kupfer)

LA MIA OPINIONE: Questo libro è entrato in sordina nella mia libreria, preso in virtù di uno sconto 25% e consigliato dal libraio di fiducia. Mi ispirava la trama ma ero titubante, temevo "l'effetto Burattinaio" e invece ho trovato uno di quei libri che resterà sempre sullo scaffale dei preferiti, che regalerò, che presterò perché questo romanzo va letto. Il viaggio di Harold vi entrerà dentro e toccherà corde profonde, regalandovi momenti di intense emozioni, senza violentarvi. Quando ho visto questo libro, mi sono incuriosita soprattutto per l'ambientazione: l'Inghilterra, la mia seconda casa. La trama dice subito che il protagonista viaggerà a piedi per tutta la parte inglese del Regno Unito, quindi era perfetto per rivivere quei posti che mi rubarono il cuore anni fa e che ancora lo tengono in ostaggio. L'idea di leggerne la descrizione per me già valeva il prezzo del libro. Invece, tutto passa in secondo piano via via che si conosce Harold. Un personaggio ad alto indice di identificazione, non importa che siate uomini o donne, giovani o vecchi, la vita di Harold può essere interessante e avvincente per ognuno di noi. Una vita media, con dolori e gioie, senza grandi avvenimenti (tranne uno, ma non dico niente anche se secondo me si capisce bene fin dall'inizio). Harold cammina, come si legge nella trama, per una sorta di promessa che gli sale dal cuore, per ricambiare una amica che aveva sepolto nella memoria, ma il viaggio (o pellegrinaggio come dice il titolo originale) si rivelerà un'ottima occasione per analizzare la propria vita. Passo dopo passo, i ricordi saliranno a galla e Harold, senza più difese o barriere, dovrà affrontarli. E mentre viaggia, incontra persone che gli si aprono proprio per questo suo essere di passaggio, senza paura di venir giudicate, spezzoni di vita che entrano nel suo cosmo solo per un'ora o un giorno. Alcune riceveranno del bene da lui, altre lo faranno al protagonista. Ma non è la sagra dei buoni sentimenti ("l'effetto Piccolo Burattinaio di Varsavia" appunto), statene certi, si tratta di un'esperienza che a volte è capitata anche a me: quei rari momenti in cui ti apri al mondo e scopri che non sempre tutto è male, ma che si può anche aver fiducia negli altri. Harold conoscerà persone per poche ore o giorni, queste finestre aperte sulle vite degli altri lo aiuteranno ad aprirne altre rivolte all'interno della propria, per capire, perdonare e chiedere perdono. Harold conoscerà anche cosa significa essere fenomeni al tempo di Internet, i lati peggiori dei social media e capirà quanta gente al mondo sia alla ricerca di un qualcosa, una guida, un'idea.
Sarà che amo camminare, sarà che l'autrice riesce a rendere così bene l'esperienza di mettere un passo dopo l'altro e come questo semplice movimento, che impariamo a pochi mesi, sia ottimo per ripescare pensieri, che salgono e scemano, che ritornano a galla a volte anche senza parole ma con sensazioni, canzoni, emozioni indefinite. Sarà per tutto questo che ho trovato questo libro emozionante, ma sono sicura che tutti potrebbero trovare un motivo per apprezzare questo libro.

IN DUE PAROLE: toccante, delicato

******EDIT**********
Mi sono dimenticata di far notare alcune imperfezioni nella traduzione. Ora, è una mia fissazione, ma secondo me in un libro come questo bisognerebbe un po' fare ricerca sui luoghi che il protagonista attraversa. Ho notato un po' di fretta nella traduzione dei toponimi, come il "Glastonbury Tor", cosa che sicuramente direbbe un inglese in riferimento alla famosa torre (Tor) sulla collina di Glastonbury, ma che vedrei meglio tradotta come "il Tor di G." Infatti, un anno fa anche La lettrice rampante aveva fatto notare la presenza di calchi nella sua recensione.

mercoledì 20 novembre 2013

Aggiornamento sulle letture in corso

Ciao a tutti,
dato che ho mille letture in corso e prima che riesca a scrivere una nuova recensione passeranno giorni, ho deciso di anticiparvi quello che penso su ciò che sto leggendo. Se mi leggete su Facebook, avrete già avuto un assaggio di ciò che sto per dire.
Bene, vorrei spendere due parole sulle antologie di racconti che ho fra le mani.

Pendolibro: parto sottolineando che era gratis. E lo ripeto a mio vantaggio. Per ora ho salvato soltanto pochi racconti, gli altri per me sono veramente banali o inconsistenti. Davvero, per racconto io intendo che ci sia almeno una trama, un inizio, uno svolgimento e una fine, non due paragrafi di descrizione della tua giornata, senza capo né coda... Ce ne vogliamo mettere uno? Va bene. Ma solo uno, per carità! Per non parlare di quelli "sperimentali" in cui invece di leggere un racconto ti sembra di osservare un quadro futurista, con tanto di abbondante uso di onomatopeiche. Questione di gusti, di certo io non sono un'amante di questi esperimenti, mi piace la buona vecchia classica sintassi e il buon uso della lingua italiana. In positivo invece, ce n'è uno che mi ha colpito tantissimo e nella recensione scriverò di questo, nella speranza che qualcuno di importante lo legga, perché per me sarebbe la sceneggiatura di un corto fantastico. 

Antologie del Trofeo RiLL: tutta un'altra storia. Già dal primo racconto ho capito l'altissimo livello di questo trofeo, che conosco da un decennio circa, ma senza averne letto le antologie. E ora capisco perché sia patrocinato dal Lucca Comics & Games. In manifestazione c'era una super promozione (ho preso 4 libri a 10 euro!), ma consiglio vivamente a tutti gli amanti del fantastico di procurarsi queste raccolte. Sono veramente di ottima qualità e spero che alcuni di questi autori siano poi stati notati dalle case editrici, in quanto valgono assolutamente lo sforzo economico.

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry: bellissimo! Mi sta piacendo un sacco! E' una descrizione del paese che più amo al mondo, l'Inghilterra, quindi diciamo che gioca in casa, ma penso che possa piacere anche ai meno anglofili, in quanto il cammino, o pellegrinaggio come dice il titolo originale, è un modo per analizzare una vita intera.

La schiuma dei giorni: nota dolente... L'ho lasciato lì per un po' e credo che rimarrà nello scaffale degli "a metà"... Ritengo che abbia uno stile particolarissimo, solo che non è il mio e non mi prende.

Il mio nome è Nessuno- il ritorno: inutile anche dire quanto mi piaccia. Come il precedente, è il libro "da degustazione", da leggere un capitolo al giorno.

A presto e buona lettura a tutti!!

venerdì 15 novembre 2013

Il mio nome è Nessuno- il giuramento (Valerio Massimo Manfredi)






Titolo: Il mio nome è Nessuno- il giuramento
Autore: Valerio Massimo Manfredi
Casa editrice: Mondadori


LA TRAMA: 
Ulisse, Odysseo, Nessuno: l'uomo dal multiforme ingegno, il mito che solca i mari, l'eroe più formidabile e moderno di tutti i tempi è qui, in queste pagine. E ci parla in prima persona, raccontandosi con tutta l'umanità e il coraggio che lo hanno reso, lungo ventisette secoli, più immortale di un dio. Questo romanzo, primo di due volumi, segue Odysseo fino alla resa di Troia, grandiosa e terribile. Prima ancora che inizi il nòstos - lo straordinario viaggio di ritorno - l'avventura è costellata di incontri folgoranti, segnata da crisi profonde, dominata dall'intelligenza e dall'ardimento di un uomo capace, passo dopo passo, di farsi eroe. Attorno a lui, un intero universo brulicante di uomini, donne, imprese gloriose o sventurate. Una storia incalzante come i tamburi di guerra, tempestosa come il mare scatenato da Poseidone, piena di poesia come il canto delle Sirene. (tratto da: www.librimondadori.it)


LA MIA OPINIONE: Ho comprato il libro per amore della storia. Non avevo mai letto nulla di Manfredi prima e quindi per me era un illustre signor Nessuno (ironia della sorte!) di cui avevo visto il volto in tv e di cui conoscevo l'esistenza. Ma Ulisse era Ulisse, l'amore della mia infanzia, uno dei primissimi libri scelti di mia spontanea volontà in terza o quarta elementare e che lessi nel giro di un soggiorno al mare a Cattolica. Sì, i delfini, sì i gelati (ero comunque una bambina normale), ma vivere un po' di Odissea ogni sera rendeva tutto più bello. Non sono mai stata una lettrice veloce, i libri in genere li gusto, soprattutto se mi piacciono, cerco di farmeli durare. E infatti neanche questa versione di Ulisse è stata divorata, ma mi ha tenuto compagnia per ben un mese. Nel frattempo ho letto altro, ma ogni sera un capitolo de Il mio nome è Nessuno mi faceva compagnia, come novella della buona notte, lettura rassicurante in cui ritrovare amici di vecchia data. Tutto questo fino allo sbarco a Ilio, quando invece sono rimasta attaccata alle pagine, immersa fra gli eroi e piangendo Aias, Achille ed Ettore, odiando Paride ed Elena la cagna.
Prima di tutto, mi è piaciuto? Un sacco! Il mio amore smisurato per la mitologia greca si è unito alla nuova passione per uno scrittore che ha uno stile divino, che sa farti calare nel mondo e nella mentalità dell'epoca, che non sbaglia una virgola, in ogni senso, e che è capace di prendere una storia "vecchiotta" e renderla nuova, appassionante. Che ha fatto il signor Manfredi? Si è attenuto alla versione omerica, senza modernizzare la visione delle cose, del mito, facendo ragionare Ulisse come avrebbe fatto un uomo dell'epoca sua. Nessuna pietas cristiana, nessun razionalismo moderno, il mito si vive così come lo si sente raccontare e le domande che pur Odysseo si pone ("Dove è andata Alcesti?") non hanno e non possono avere risposta. Gli Dei vivono fra gli uomini, si incarnano, appaiono, sussurrano nel vento e tutto questo è normale. Gli eroi diventano tali con la loro vita, le armi di Achille appaiono dal mare, ma chi è la madre di Achille? Una dea o un fantasma? Questa versione del mito omerico mi ha ricordato, seppur con molte differenze, la scelta alla base de "La torcia" di Marion Zimmer Bradley, uno dei miei libri preferiti di sempre, dove anche lì l'elemento divino entra in contatto spesso e volentieri con la sfera umana, intervenendo e modificando il corso degli eventi. 
La seconda parte che riguarda l'assedio di Ilio l'ho trovata piuttosto breve. Avrei voluto magari cento pagine in più per poter gustare meglio alcuni eventi che invece scorrono quasi in sottotono: la morte di Ettore, quella di Achille, il cavallo. Non so spiegarmi come mai questi eventi siano stati quasi "trascurati". Per i primi due forse il motivo è che Ulisse racconta la sua visione e non essendo in prima linea li racconta così come li vive. Ma la conquista di Troia... Non so, spero sia stata una scelta dell'autore e non dell'editore. Se così fosse, se la cattivissima Mondadori avesse detto "Il libro è troppo lungo, pensi di essere Tolkien??", shame on you Mondadori! Gli amanti delle storie amano sentirle tutte! Se invece fosse una scelta stilistica, vorrei chiederne all'autore il motivo. Signor Manfredi, accetta un invito a cena? Mio marito fa una carbonara coi fiocchi!

IN DUE PAROLE: divino ed eroico

domenica 3 novembre 2013

Lucca Comics & Games 2013: libri

Ecco i miei acquisti librosi di questo Lucca:


Come potete intuire, sono andata su scelte un po' diverse da quello che ci si può aspettare da una fiera così. Ho preferito case editrici indipendenti e, siccome non amo molto queste ultime tendenze di Urban Fantasy e Young Adult, ho scelto queste antologie del trofeo Rill. Tema: il fantastico in senso lato. Ci ho provato, davvero, ma proprio non ce la faccio... Mi sembran tutte uguali queste trame...

E poi c'è il regalo per mia nipote: ci siamo appassionate a Mia&me e un regalino mi pareva d'obbligo! È troppo bello correre insieme sul divano per poter (ri)vedere la puntata insieme... Diciamo che la nipote è un pretesto!! L'anno prossimo vorrei portare pure lei, magari al Lucca Junior a pasticciare un po'!

Infine, l'Associazione Culturale Selected Self Publishing mi ha dato del materiale sui loro libri che visioneró presto. Devo dire che mettere una ragazza vestita da Lupo Cattivo è stata un'idea troppo simpatica!

sabato 2 novembre 2013

Valerio Massimo Manfredi a Lucca Comics & Games 2013

Oggi sono andata, giàgiàgià, all'incontro di Valerio Massimo Manfredi all'interno di Lucca Comics & Games 2013. Nonostante la pioggia, la città era come al solito ripiena di cosplayer e nerd, quindi il pubblico non è mancato. L'intervento del Valerione nazionale si è svolto all'interno del bellissimo auditorium di San Romano, che finalmente sono riuscita a vedere, in quanto quasi sempre chiuso. Ecco una foto della chiesa una mezzoretta prima dell'inizio. Ho apprezzato molto l'uso della luce blu, a mio avviso molto intellettuale ed evocativa, quasi in tema per un libro che si svolge più che altro in mare.


Il canuto cantore si è presentato puntualissimo alle 14, senza fastidiosi ritardi né divismi (la macchina organizzativa è portentosa, ma a volte i ritardi si accumulano e ahìnoi). E' arrivato così, alla zitta e all'improvviso, senza tante attese né applausi di incoraggiamento. Ce lo siamo trovati sul palco e io, che tanto per cambiare parlavo, non me ne sono manco accorta dapprima.


Una breve, brevissima presentazione da parte dell'organizzazione e via, un'ora di monologo. Il Valerione era così come lo vedete, davanti al palco, in un overall nero molto intellettuale e con aria da consumato attore teatrale (e capacità anche), ci ha trasportati nel suo mondo, nella sua Odissea.


Dapprima ha affrontato un po' i perché e i per come si scrive ancora oggi questa storia un po' datata ("Non c'è altra storia all'infuori di Ulisse") e con un italiano bellissimo ci ha incantati, tanto che neanche per un secondo mi sono distratta a pensare ad altro. Devo dire che ho sentito una punta di autocompiacimento, ma se non ce l'ha lui, chi deve avercela? Insomma, non mi ha infastidito, a volte la falsa modestia è peggio.

Il narratore, con fare da aedo, mi ha trasportato con sé in quel mondo fatto di déi e guerrieri, sono stata fra le rovine di Ilio (" [...] perché Troia brucia. Sempre."), fra le cosce di Calypso, ho combattuto Scilla e Cariddi, ho pianto per Penelope, ho visto il "fondo nudo del mare" e mi sono attaccata a quell'albero di fico lì per non cadere dentro il maelstroem. Ho arringato la folla dopo aver sconfitto i Proci e ho seppellito Argo. Lettura questa straziante, che mi ha commosso fino alle lacrime. Ho rivissuto e riscoperto una storia che mi porto dentro fin dalla più tenera infanzia e che ho ritrovato, come un caro amico, di quelli che si danno un po' per scontati, ma che ci accompagnano per tutta la vita...

E mentre ero ancora immersa in questo sogno di luce blu, ecco che la fila per gli autografi si era già formata! Un brusco risveglio e un salto, hop, sopra le persone rimaste sedute, per mettersi in coda. Veramente veloce e impersonale devo dire, in quanto si giocava a risparmiare anche due secondi a persona ("Perché tutto conta", come mi ha detto uno dello staff), ma alla fine il mio librino firmato l'ho avuto. 

Ed ecco la prova provata:

Insomma, bella esperienza. Complimenti al Valerione, all'organizzazione svizzera e grazie alle Muse che ci hanno ispirato un'altra volta...