mercoledì 21 ottobre 2015

Vado in maternità: alcuni aggiornamenti



Eccoci giunti alla fatidica ultima settimana di gravidanza. Come avete letto, gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un rallentamento delle letture, credo dovuto agli ormoni che tutto mi facevano fare tranne leggere. Per un po' mi sono trasformata in una donna che si alzava presto la mattina, faceva le lavatrici, sistemava i lenzuolini nei cassetti e le tutine nel fasciatoio... Chi l'avrebbe mai detto! Adesso che all is quiet, come cantava Björk, in attesa della tempesta perfetta che sarà un pargolo, anzi una pargola, ho ripreso un attimo a leggere, ma senza molto metodo.

Come già scritto su Facebook, ho preso la raccolta di racconti mammut di Sherlock Holmes che ho iniziato nelle notti di insonnia. Su questa non farò una recensione, perché intendo  "assumerla al bisogno", ovvero spelluzzicarla quando necessito di un buon vecchio racconto che mi trasporti nel Diciannovesimo secolo e mi culli un po'...

Scriverò invece del terzo capitolo di Loredana Limone e il suo Borgo Propizio, che mi è giunto grazie alla bontà sua e del fan club. L'ho già iniziato e, parto a parte, non credo ci vorrà molto a finirlo. A dire il vero, spero di riuscire anche a scrivere una recensione prima del grande momento, perché poi non so dove troverò il tempo di aggiornare il blog. Lo spero, ma non lo prometto.

Abbiate pazienza dunque, che anche qui si andrà un po' in maternità.

Buone letture e buon riposo nel frattempo!


(foto di Anne Geddes)

martedì 29 settembre 2015

Le più belle storie di Peter Coniglio combinaguai- Beatrix Potter




Titolo: Le più belle storie di Peter Coniglio combinaguai
Autrice: Beatrix Potter
Editore:Sperling & Kupfer

Trama: raccolta di storie con protagonista il famoso coniglietto inglese. Illustrazioni originali, stralci di lettere dell'autrice ai propri cari e ai lettori. Ogni capitolo è introdotto da una piccola spiegazione sui motivi che hanno spinto la Potter a scriverlo e in quali stati d'animo lo ha fatto.

La mia esperienza: Una delizia per gli occhi, un balsamo per l'anima confezionati in una edizione di lusso, con contenitore cartonato e pagine profumate che riproducono l'antica carta su cui probabilmente l'autrice ha scritto originalmente. Devo aggiungere altro? 

Se mi seguite su Facebook (se non lo fate, male, dovreste perché tendo ad aggiornarlo più del blog, grazie all'invenzione malefica degli smartphone e dell'app Pagine), sapete che sono in crisi da lettura, ma dovuta a una buonissima causa: sono a fine gravidanza e ho la testa altrove. Infatti, ho letto meno quest'anno, sia per questo ottimo motivo che per tutti i problemi che ho avuto nel contesto generale. Mi sono perciò rifugiata nella rilettura di brani di libri familiari e rassicuranti o vecchi amici, come le fiabe di quando ero bambina e che ho portato nella cameretta della mia piccola ancora prima della culla, pronta a leggergliele quanto prima. Inoltre, da tempo avevo questa bellissima edizione di Peter Coniglio ancora incellophanata e mi è parso il momento giusto di aprirla e leggerla. 

Sono rimasta incantata. Non solo la carta e la confezione sono di ottima qualità (c'è un'innata soddisfazione nel far scivolare un libro fuori dal suo box), ma anche la grafica interna è totalmente in linea con le illustrazioni della Potter e catapulta il lettore in un mondo fatto di giacchine, verdure giganti, tane sotto gli alberi e colori pastello acquerellati. Perché vi devo confessare una cosa: non ne posso più di quei colori sgargianti, fluorescenti  come un evidenziatore ed ugualmente piatti, "naccheroni" direbbe mia madre, dei prodotti per l'infanzia del mondo d'oggi. Avete mai guardato Rai Yoyo o Cartoonito per più di venti minuti? Potreste uscire dall'esperienza con la retina bruciata. E per rendere riconoscibili i beniamini anche nei libri, ecco che il reparto infanzia di una libreria comincia a somigliare all'espositore della Stabilo Boss. Se anche voi vi siete stancati di avere gli occhi bombardati da fucsia, giallo e verde, vi consiglio questo libro per riposare le vostre pupille e far scoprire ai vostri figli o nipoti che esistono altre gradazioni oltre ai colori primari.
Inoltre, tornerete indietro nel tempo, in un'epoca in cui i bambini non dovevano essere necessariamente protetti dal mondo, ma esposti ad esso in un modo comprensibile: per cui, notizia delle notizie, in queste storie esistono le punizioni! Il padre di Peter, per essere entrato di nascosto nell'orto proibito, è diventato la cena per il contadino, il cugino invece rischia di perdere i propri figli per ingordigia e sventatezza e così via. La puericultura è cambiata tanto, a volte a ragione altre meno, ma per me anche questo è rinfrescante quanto un thè allo zenzero, dopo una sessione di Mofy, il coniglio di cotone e compagnia bella...

In due parole: delizioso e vintage

giovedì 2 luglio 2015

Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo- La battaglia del labirinto- Lo scontro finale


Autore: Rick Riordan
Editore: Mondadori



Trame
La battaglia del Labirinto: Luke sta per scatenare l'ultimo attacco di Crono e per farlo cerca un accesso al Campo che solo in pochi conoscono. Si dovrà servire di un altro mitico edificio dell'antica Grecia che si trova in America, anzi, che si estende in tutto il mondo ormai. Si tratta del Labirinto di Dedalo, cresciuto assieme alla civiltà occidentale sotto la crosta terrestre e che permette di collegare in pochissimo tempo e spazio luoghi lontanissimi fra loro. Sempre che all'insidioso labirinto, abitato da inquietanti creature, si sopravviva... Anche il suo costruttore pare sia ancora innaturalmente in vita e, per trovarlo prima di Luke, Annabeth si calerà nell'oscurità dei corridoi sotterranei, affiancata da Percy, Grover e Tyson. Anche qualcun altro però sta cercando Dedalo: si tratta di Nico, che sta guadagnando potere sulle anime dei defunti grazie anche a un misterioso spettro che lo istruisce.

Lo scontro finale: Ci siamo, è arrivato il momento dello scontro fra le forze del Titano e quelle degli Dei. Lo sfondo è New York City. Percy si farà carico della maledizione di Achille per riuscire ad avere una benché minima speranza contro Luke/Crono, mentre la casata di Ares decide infine di non scendere in battaglia per orgoglio ferito. Ma gli avversari paiono intuire ogni mossa strategica dei semidei: Percy si dovrà a fare i conti con una spia nascosta fra gli amici e dovrà capire di chi fidarsi nelle ultime frenetiche ore di battaglia...

La mia esperienza: Eccomi giunta alla conclusione della saga. L'ho terminata con tristezza, perché è risaputo ormai quanto mi sia piaciuta. Tutti sanno. Gli ultimi due libri sono assolutamente all'altezza e riescono a superare lo schema, un po' ripetitivo, di "arrivo al Campo-impresa-ritorno al campo" degli altri tre. Qui si entra nel vivo di una trama che si snoda attraverso entrambi i romanzi e ci porta alla conclusione del mega plot. Credo di aver preferito il Labirinto perché l'ho trovato assai originale e suggestivo, con flashback della vita di Dedalo che si intrecciano al presente e quelle bellissime ambientazioni del labirinto stesso che sembra, anzi è, vivo. Dedalo stesso è un personaggio molto sfaccettato e interessante, capace di grandi invenzioni e azioni aberranti. 
La battaglia finale, a parte che si svolge a New York City (tanto per cambiare, vorrei contare quante volte è stata distrutta nelle finzioni, anche se in questo caso è comprensibile, essendo il Campo a Long Island), l'ho trovata forse un po' breve... Molta azione, concentrata in pochi giorni, ma in verità avrei voluto vedere di più. Ciononostante, non mi ha deluso, anzi devo dire che Riordan gioca pulito e riesce a piazzare i suoi colpi di scena senza stravolgere la trama seguita fino a quel momento. Per un lettore adulto, abituato a soffrire con le morti di Martin e i rovesciamenti della Rowling, può sembrare un po' banale, ma invece è una boccata di aria fresca.


(Ah, il vero figo qui non è Percy... ma Nico. Perché non ci sono stati spin-off sul personaggio più interessante della saga, non saprei...)


In due parole: suggestivi ed epici.



giovedì 11 giugno 2015

Il profumo- Patrick Süskind



Titolo: Il profumo
Autore: Patrick Süskind
Edizione: Tea

Trama: Jean-Baptiste Grenouille nasce nella Parigi del diciottesimo secolo, quella prima della Rivoluzione. La sua vita inizia subito in modo sorprendente, come un inno alla sopravvivenza: creduto, anzi sperato morto dalla madre pescivendola, con un vagito attira a sé l'attenzione del mondo e condanna la genitrice a morte per tentato infanticidio. Rimpallato da una balia all'altra per una strana sensazione di disagio che emana, viene cresciuto da una donna senza olfatto in un orfanotrofio. Crescendo, Jean-Baptiste svilupperà la capacità innata di catalogare e riconoscere ogni odore di questo mondo, insieme a una inquietante personalità priva di ogni pietà o compassione, divenendo poi profumiere e ponendo così le basi per un brillante avvenire o una disastrosa caduta all'inferno, perché, come ci ricorda l'autore, chi domina il mondo degli odori, domina il cuore delle persone...


La mia esperienza: non è facile scrivere di un libro così famoso. Ci sono arrivata soltanto ora, nonostante fosse uno dei libri preferiti di Marito e lo avessi in casa da tempo. Probabilmente l'ho iniziato per noia, lo confesso, rimanendone catturata dopo poche pagine. La mia esperienza con questo libro è stata una delle più bizzarre mai avute con un romanzo: incuriosita prima, incantata poi e raccapricciata in fondo eppure incapace di mollarlo. Credo che Il profumo sia qualcosa di sublime che ti fa passare sopra l'orrore, l'amore perverso che nonostante tutto ti cattura. Non è un tema facile quello che l'autore ci propone, in quanto veramente scava nel buio più profondo delle nostre anime e dell'inconscio, eppure riesce a tenerci legati a un filo, quello sottile dei profumi, degli odori con cui entriamo in contatto e ci accendono di passione o di ribrezzo. Amando profondamente questa sfera sensoriale, ho sguazzato in particolar modo nel capitolo dell'apprendistato da Baldini, sognando di perdermi anche io in quelle stanze intrise di essenze, acque aromatiche, polveri odorose e guanti profumati. Probabilmente è lì che ho venduto l'anima, è lì che ho deciso di seguire il protagonista fino in fondo, nonostante il mostro ammiccasse da ogni pagina, aspettando di uscire allo scoperto. 
Degno prologo di una visita programmata per questa estate a Grasse, best seller mondiale a ragion veduta, è un libro da leggere una volta nella vita, almeno.


In due parole: visionario e sconvolgente.

martedì 26 maggio 2015

Vita vera, mini recensioni e OT

Buongiorno,

era da un po' che non guardavo il blog e sono rimasta basita dalla data dell'ultima pubblicazione! Mentre su Facebook qualcosina sono riuscita a postarvi, qui l'ultimo articolo è già ricoperto di polvere... Me ne scuso e vi propongo questo post-fiume, che spero leggerete o che potete usare per arrivare direttamente alle mini recensioni ivi contenute.

Il motivo è che me ne sono capitate di tutti i colori in questi mesi, rallentando l'attività di lettrice e anche togliendomi ogni voglia di scrivere. Andando con ordine, first things first: sono rimasta incinta! Bellissima notizia, ma ho sofferto di nausee fortissime il primo trimestre che mi hanno impedito di aprire libro. Devo dire che sono stati mesi di noia profonda. L'unica cosa che potevo fare era guardare un po' di televisione: potete capire il mio disagio, non sono mai stata una grande amante del piccolo schermo. Ho potuto così sperimentare la Grande Noia e capire come si vive una vita senza libri: vi posso assicurare che il cervello muore, letteralmente. Mi sentivo un'ameba, associavo il leggere (ovvero, il movimento degli occhi) alla nausea ed ero pervasa da un'inquietudine e un tedio mai provati prima. Credo che sia stato il periodo più lungo della mia vita che ho passato senza leggere.




Successivamente, ho perso un amico, il mio compagno di letture da 12 anni e non mi sono ancora ripresa. Lo avete conosciuto nella foto che ho scattato per Libriomancer. Se n'è andato così, all'improvviso e io ancora non riesco a crederci.







Come ho già avuto modo di dire su Facebook, nel dolore non sono riuscita a leggere molto, avevo bisogno del conforto di persone care e familiari ed è per questo che mi sono buttata con la voracità di una bulimica sulla biografia di Freddie Mercury di Lesley-Ann Jones, intitolata con molta poca fantasia "I Will Rock You". Un libro diverso dal solito, potete pensare, ma in realtà mi piace alternare generi, leggere romanzi come saggi o biografie. E Freddie è uno di casa, ha cresciuto me e mio fratello, le sue parole sono fonte di ispirazione continua. Devo dire che il libro è ben scritto, anche se si dilunga molto in dati, classifiche e dettagli discografici, il che è comprensibile se si vuole inquadrare il contesto, ma che rompe un po' il flusso della narrazione. Inoltre, da brava inglese, l'autrice ama indulgere un po' troppo nei dettagli piccanti; quando invece si lascia andare ai propri ricordi, si hanno dei bellissimi spaccati di vita vera, emozioni e colori che rendono il tutto più umano. Il ritratto di Freddie che ne viene fuori è bellissimo, un uomo che ha dato tutto e che ha voluto tutto, senza risparmiarsi o accordare sconti alla vita. Le testimonianze più toccanti sono, oltre a quelle dirette dell'autrice, quelle degli amanti inconsolabili, lasciati svuotati dalla scomparsa dell'artista, come paesi devastati da uragani. Lettura consigliabile.

Resuscitata a nuova vita grazie al secondo trimestre di gravidanza, e ringraziando il Cielo che è stato inventato, ho scoperto di essere in ritardo per affittare il mio solito b&b a Torino per il SalTo. Tristemente ho appreso che il nostro solito e comodissimo appartamentino era già stato prenotato. A dire il vero, la proprietaria me ne ha proposto un altro, più grande e in condivisione con un'altra coppia, ma non me la sono sentita, vuoi per l'umore, vuoi per la gravidanza. 

E meno male che non l'ho accettato, direi! Perché due settimane fa mi sono pure fratturata una caviglia scendendo un marciapiede! Per cui vegeto di nuovo fra divano e letto e la cosa più emozionante che mi capita è lavarmi i capelli. Stavolta però niente nausee e almeno riesco a leggere. Ho finito due libri e sono in dirittura d'arrivo del terzo. Ho finito Il profumo, di cui farò una recensione "ammodino" qui di seguito, mentre un altro l'ho lasciato in sospeso, a causa di una voglia irrefrenabile di Percy Jackson e di Marito, che mi ha procurato i tre libri della saga che mi mancavano.

Percy Jackson e La Maledizione del Titano (Rick Riordan) l'ho finito in pochissimo tempo. Vuoi per il tempo libero, la relativa brevità della storia e una trama un poco ripetitiva. Il terzo della serie, secondo me soffre della sindrome da "tessera del mosaico", fondamentale per il megaplot ma un po' anonimo di per sé. Percy incontra Artemide e le sue Cacciatrici, eterne fanciulle immortali un po' misantropi, mentre Annabeth viene rapita e costretta a una punizione "titanica": per salvarla Artemide si immola al suo posto. Le cacciatrici, Percy e Talia, figlia di Zeus, partono alla volta di San Francisco, dove si trova il monte dei Titani in questo secolo, per trarre in salvo entrambe. 
Come dicevo, godibile, ma un po' piatto. Sto già leggendo il quarto, La battaglia del Labirinto, molto più dinamico e interessante, a riconferma del fatto che il libro precedente serviva come mezzo per arrivare ad eventi più succosi.

Il povero accantonato è Il Pendolo di Foucault di Umberto Eco. I suoi libri hanno sempre il potere di farmi sentire, in un modo bellissimo, ignorante e minuscola... Beh forse non era il momento giusto, forse la voglia di distrazione ha vinto... Non rinuncio però all'impresa, come direbbe Percy. Nella vita, bisogna provare e riprovare e non mollare. E se ti danno limoni, vendi limonata... 


Alla prossima!
Rose Libris


martedì 31 marzo 2015

Doppler-vita con l'alce (Erlend Loe)



Titolo: Doppler- vita con l'alce
Autore: Erlend Loe
Editore: Iperborea



Trama:  Andreas Doppler è un norvegese modello: sposato con figli, lavoro rispettabile, bella casa nel quartiere intellettuale-radical chic di Oslo, ciclista appassionato. In seguito alla morte del padre, decide di fare una escursione nel bosco cittadino in bici, cade e sbatte la testa. A stare così, schiena a terra, a guardare le fronde e gli alberi, decide che deve prendersi una pausa dal mondo civile e si trasferisce a vivere in una tenda nel bosco. Questa sua fuga sarà un'occasione per vedere il mondo da lontano, scovare le nostre abitudini che ci fanno sentire più sicuri, riflettere su cosa significa essere figli e genitori. 

La mia esperienza:  avevo deciso di non scrivere questa recensione, poi trovandomi in un periodo di forte difficoltà a leggere, mi dispiaceva lasciare il blog fermo... Non volevo scrivere di Loe perché è lo scrittore su cui ho fatto la tesi e il rapporto tra me e lui (ovviamente platonico e reale solo nella mia mente) è troppo intimo e personale. Non volevo scrivere di lui perché in Italia è poco conosciuto e se questa cosa da un lato mi dispiace, dall'altro me lo fa sentire ancora più mio. Sono una lettrice gelosa e viziata, lo so.
Loe è un genio. Miglior esempio del movimento dei naivisti scandinavi, unisce una profonda introspezione a uno stile apparentemente semplice e bambinesco, ingenuo appunto. Frasi brevi, linguaggio semplice, attitudine basica, ironia infantile per scavare nelle complessità dell'uomo moderno. 
Doppler è stato forse il successo più grande dopo il suo capolavoro, che tutto il mondo dovrebbe conoscere, che fu "Naïf.super". Riprende anche qui l'idea del ritiro dal mondo, ma lo fa con un'ottica più grande, arrivando a rifiutare le consuetudini e la civiltà, vivendo ai bordi di Oslo e urinandovi sopra, letteralmente, ogni mattina. Doppler diventerà un guru involontario e poco collaborativo, volendo soltanto allontanarsi da quel genere umano che ora invece si accorge di lui e lo rincorre. Scordatevi però amarezze e frasi al vetriolo: per Loe non occorre essere pedanti per essere sinceri. 
Rileggo sempre un libro di Loe quando mi sento un po' persa, perché con la sua apparente, semplice ironia riesce sempre a ricordarmi le cose importanti della vita.

In due parole: curativo e divertente 

credits: segnalibro nella foto by Bookbeads

mercoledì 25 febbraio 2015

Il mezzo re- Joe Abercrombie


Titolo: Il mezzo re
Autore: Joe Abercrombie 
Editore: Mondadori

Trama: Yarvi non doveva essere re: anche gli Dei parevano saperlo quando gli hanno negato la mano sinistra. Addestrato per tutta la vita ad essere ministrante, alla morte improvvisa di padre e fratello, Yarvi non solo si ritrova a essere re, ma anche ad essere vincolato da un giuramento alla vendetta sugli assassini della sua famiglia. Spinto dallo zio e dalla madre, muove guerra contro il sovrano del regno confinante, solo per scoprire che in realtà la vittima predestinata di quello scontro era egli stesso. Sopravvissuto per un caso del destino alla propria morte e venduto come schiavo, userà tutta la sua saggezza e astuzia per avere giustizia e riconquistare il trono.


La mia esperienza: un libro di avventure e guerra molto bello. Abercrombie crea un mondo molto simile all'Europa del Nord durante il medioevo e vi installa alcuni elementi fantastici, ma devo dire che non sono invasivi e l'opera travalica forse la definizione di fantasy e può essere gustata anche dai non amanti del genere. Magia non ce n'è, creature strane neanche (si nominano gli elfi ma non si vedono), solo tutta la ricchezza e la contraddizione del genere umano.

Per larga parte si tratta di un racconto nautico, cosa che non mi ha permesso di amare questo libro fino in fondo come invece avrei dovuto; così come l'assenza di grandi e belle descrizioni, cosa che mi aspetto sempre dai fantasy, forse a torto. Yarvi gira tutti i paesi che si affacciano sul Mare Infranto, ma se ne descrivono solo pochi e brevemente. Se amate l'azione e badate al sodo, non avrete di che lamentarvi, mentre io che amo gli autori con la capacità di farmi vedere il mondo in cui si muovono i personaggi, beh, non mi sono messa a sognare e anzi, sono rimasta tiepidina. Ma Abercrombie mescola abilmente tre generi: avventura, fantasy e romanzo di formazione con un pizzico di humor e buon senso britannico. Il risultato è sicuramente soddisfacente, la trama ben congegnata e anche ricca di sorprese. Belli i personaggi di contorno, forse anche più del protagonista: Sumael la misteriosa ragazza sfregiata, Jaud il gigante buono e su tutti Nulla, uomo che ha rinunciato al suo nome venti anni prima.

La lunghezza non eccessiva, 295 pagine con un layout riposante, rendono il libro accessibile anche a chi si spaventa davanti ai tomi. Inoltre, pur facendo parte di una trilogia, si può leggere benissimo anche singolarmente in quanto tutte le trame vengono chiuse, lasciando solo qualche porta aperta al futuro; aspetto questo che ho apprezzato particolarmente per il coraggio di uscire un po' dal coro che si sente cantare ultimamente nel settore fantasy. Sicuramente un buon romanzo.

Una piccola recensione anche per la traduzione, svolta correttamente e con abilità da Edoardo Rialti. Musica per i miei occhi, grande stile e signorilità come non si trovano quasi più. Ben fatto!


In due parole: intrighi di palazzo e avventure.

martedì 10 febbraio 2015

Lost Lake-Sarah Addison Allen



Titolo: Lost lake
Autrice: Sarah Addison Allen
Editore: St. Martin's Press

Trama: Kate apre gli occhi: è sveglia. Come mai lo è stata nell'ultimo anno. Anno in cui è rimasta vedova, ha venduto l'attività e la casa e lasciato che la suocera gestisse la vita sua e della figlia Devin. Ma ora è sveglia e decisa a riprendere in mano la situazione, a partire dalla figlioletta, otto anni e un vulcano di creatività. Giocando in uno scatolone, ritrovano una cartolina che Kate non aveva mai visto prima: viene da zia Eby e immortala Lost Lake, un resort vacanze di sua proprietà sulle rive di un lago, che Kate aveva visitato solo una volta da piccola. I suoi ricordi sono così belli, però, che Devin supplica la madre di portarcela. E così, un po' per rivivere la felicità di quell'estate, un po' per stare a contatto con la figlia prima dell'inizio della scuola, e un po' anche per scappare dal vicolo cieco in cui si era infilata, Kate parte alla volta del lago nascosto. Ma zio George è morto e zia Eby vuole vendere, nello sconforto generale degli affezionati clienti del camping, che tornano a loro volta per un'ultima, magica estate.

La mia esperienza: se fossi un uomo, sarei perdutamente innamorata di Sarah Addison Allen. Perché adoro i suoi libri (e ormai lo sanno anche i sassi), perché è una bellezza curvy, amante del cibo e della vita e leggere i suoi post, allegri e vitali, su Facebook mi illumina la giornata. E adoro la miscela tutta Southern America che usa per speziare i suoi romanzi, usando solo quella giusta dose di romanticismo che ci vuole ogni tanto, come il sale per un dolce.

Sarah (permettetemi di chiamarla per nome ormai) è una attenta osservatrice della natura umana, capace di dare vita alle sue immancabili "misfits" ogni volta trovando una sfumatura diversa. In Lost Lake ce ne sono a bizzeffe: una francese muta con un fantasma in cucina, una bimba con un "discutibile senso della moda", una donna che ha rinunciato da anni ai soldi del marito per sfuggire alle pressioni dei parenti. Un podologo schivo e amante del silenzio, una mangia uomini seriale ormai nella terza età ma a caccia dell'ottavo marito, un ragazzo con un passato di abusi familiari. L'arcobaleno stavolta è piu ampio di ogni altro suo libro, il che lo rende corale. Questa volta si affrontano più temi, ma mi pare di trovare come sottofondo comune il tema del sé e degli altri: la paura di fare qualcosa di altruistico, di aprirsi all'amore, oppure l'opposto, come Kate che ha vissuto troppo per un altro, dimenticandosi se stessa. Molto bella l'idea, molto bello lo stile assolutamente personale che contraddistingue l'autrice (mi sono innamorata di un paio di scelte linguistiche: "squirreled" per dire "messo da parte" mi ha mandato in visibilio). Notevole il paragrafo finale, un tocco delicato che mi ha colpito molto. Anche questa volta un ottimo romanzo. 

Rispetto a The Peach Keeper mi ha entusiasmato un po' meno perché non ho trovato nessun personaggio "specchio" in cui rivedermi, ma questa è una cosa assolutamente personale e non toglie nulla al libro!
Da cercare, da leggere (per ora in inglese).

In due parole: magia e alligatori (non vi dico perché!)

mercoledì 4 febbraio 2015

Nudi e crudi- Alan Bennett





Titolo: Nudi e crudi
Autore: Alan Bennett
Editore: Adelphi

Trama: una coppia dell'alta borghesia londinese torna a casa una sera e trova l'appartamento svaligiato. Nel senso che, della casa, sono rimasti soltanto i muri. Tutto andato: mobili, tappezzerie, effetti personali. I due coniugi vivranno la cosa in modo differente e sarà per loro un'opportunità che non viene data a molti, cioè di riflettere sulle proprie vite e ripartire da capo. Sapranno coglierla?

La mia esperienza: Terzo libro di Bennett che leggo. Anche questo molto breve, potrebbe essere un'ottima piece teatrale (e mentre scrivo scopro che qualcuno ci aveva già pensato). Come al solito Bennett indaga le dinamiche sociali inglesi con il suo umorismo tagliente che va dietro alle quinte nelle vite di persone ordinarie, come se ne trovano tanti. Mr e Mrs Ransome non sono altro che la copia dei nostri genitori, o parenti, o colleghi e datori di lavoro. Quante volte ci siamo chiesti come vivano la loro esistenza, queste persone perfette e inamovibili come i capelli di Moira Orfei! Respireranno pure loro? Proveranno sentimenti che li scarmiglino una volta ogni tanto? E se succedesse un uragano, come reagirebbero? Ecco, queste poche pagine di Bennett ci portano proprio a quel momento fatidico, in cui tutto cambia per chi non cambia mai. E noi, con sguardo voyeuristico, fra una risata e l'altra, scopriamo la loro intimità. 

Ne ho letti altri, di autori che vanno a scoperchiare le pentole, sollevare i veli della borghesia. Spesso non mi sono piaciuti, i loro libri mi sono sembrati talvolta delle geremiadi sulla propria incapacità di trovare un posto nel mondo. Ecco, se anche voi avete avuto la mia stessa esperienza, sappiate che Bennett non è così. Dotato di un umorismo, come ho già avuto modo di scrivere, alla Oscar Wilde, ci lascia di sasso mentre ridiamo, consapevoli di stare ridendo di noi stessi, colti in flagrante sul luogo del delitto. 


In due parole: umoristico e tagliente

venerdì 9 gennaio 2015

E le stelle non stanno a guardare- Loredana Limone


Titolo:  E le stelle non stanno a guardare
Autrice: Loredana Limone
Editore: Salani

La trama: Borgo Propizio riapre le sue porte e ci accoglie nella nuova era. Lo avevamo lasciato carico di promesse di miglioramento, innovazione e cambiamento. Adesso è arrivato il momento di vedere come la nuova giunta comunale ha svecchiato il piccolo borgo e di come se la cavano le nostre protagoniste. Mariolina è alle prese con un dramma personale e la depressione, Marietta invece scopre che la vita dell'imprenditrice è più dura di quanto pensasse e, come Belinda, inizia ad accusare i morsi della solitudine. Ornella è al centro di tutto, in quanto incaricata dall'assessore alla cultura di creare un evento per il borgo e nuovi personaggi arrivano o ritornano: Antonia, amante abbandonata che deve ricostruirsi la vita e Francesco, figliol prodigo della proprietaria dell'albergo appena aperto. Esistenze che ruotano intorno all'organizzazione del festival e si intrecciano in una splendida serendipità...

La mia esperienza: Borgo Propizio è stata una delle letture migliori del 2014, come avete potuto vedere nel post "Consigli per gli acquisti 2" di dicembre. L'ho letto ad agosto e ho passato i mesi successivi a consigliarlo a tutti, sia dal vivo che su Facebook. Sarò anche venuta a noia, ma quando un libro mi prende ed è valido, divento peggio di un pitbull attaccato a una gamba. Però io ho sempre un timore, ovvero che i seguiti mi rovinino il ricordo dei "primi": non ho mai voluto vedere "La sirenetta 2", né sapere cosa succede dopo il matrimonio a Cenerentola. Insomma, non mi rovinate gli happy ending. Per cui ho iniziato questo libro con una certa paura, dato che ho amato molto il finale dell'altro. Ma poi mi sono detta... Loredana Limone, non ti puoi essere bevuta il cervello, hai amato questi personaggi così tanto che mi devo fidare di te... E così è stato. 


Allora, a differenza del primo, questo non nasconde un giallo al suo interno. Si tratta di un romanzo sentimentale, che scava più a fondo nella vita dei personaggi già noti e ne introduce alcuni nuovi. Si parla della vita qui, quella vera, con tutti i suoi alti e bassi, ma sempre sostenuta da una venatura di ottimismo, tipica della scrittrice (e che amo!). L'unica nota "nerorosa" la si trova nella vicenda di Antonia. In generale, la lettura mi è piaciuta, però la mancanza di una trama misteriosa lo rende più lento. Non peggiore, solo meno dinamico del primo.  Le uniche critiche che gli muovo sono questa e il fatto che si fa tanto per corteggiare Belinda, solo che poi non si spiega bene come la si conquista... e' difficile dirlo senza spoilerare, ma avrei voluto vedere meglio come si arriva a toglierle le spine, tanto per riprendere una metafora dal libro... Mariolina mi si riconferma come la preferita del gruppetto, anche se devo dire di essermi rivista tantissimo in Antonia in un periodo molto nero della mia vita. La Limone sa bene come esplorare gli anfratti dell'animo femminile, dando vita a molte donne tutte diverse, tutte reali.

Tutto il resto è godimento puro, come una fontana di cioccolata con gli spiedini di frutta. E mi chiedo quando arriverà un adattamento cinematografico, perché qui di materiale ce n'è in abbondanza e a volte desidererei veramente poterlo vedere non solo con gli occhi dell'immaginazione, questo borgo e i suoi abitanti. 

In due parole: sentimentale e ottimista, una tisana per l'anima.